
Bisognerebbe anche non dimenticare l’attesa della madre e il suo volto come specchio del mondo.
Bisognerebbe non confondere la madre con il seno, non confondere la soddisfazione dei bisogni con il dono del segno d’amore, non confondere le sue cure con una tutela senza ossigeno.
Bisognerebbe non pensare solo alla sua onnipotenza oscura, ma anche alla sua mancanza.
Bisognerebbe provare a essere giusti con la madre e riconoscere nelle sue mani un’ospitalità senza proprietà di cui la vita umana necessita.
Bisognerebbe rintracciare nel suo dono del respiro la possibilità che la vita abbia un inizio e che possa ogni volta ricominciare.
Massimo Recalcati, Le mani della madre, Desiderio, fantasmi ed eredità del materno, p., 184, 2015 , Feltrinelli Editore.
che meraviglia!
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ne sono lieta. grazie per il feedback! 🙂
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delicatezza e poesia, dolcezza e incanto, le mutevoli espressioni di una madre che accudisce il suo bambino, una delle figure più rappresentate nella pittura di tutti i tempi, una forma d’amore che ha permesso di creare il mondo stesso, almeno per quello che riguarda l’essere umano, talvolta ingrato per il dono che gli è stato donato…
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