
“Chi controlla il passato – diceva lo slogan del Partito – controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato”.
George Orwell (25/06/1903- 21/01/1950).
Chi controlla realmente il nostro tempo?
Dott.ssa Giusy Di Maio.
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La questione è MOLTO inquietante.
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concordo.. sia sul “molto” che su “inquietante” …
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tempo che scorre, tempo che muta, situazioni in divenire fra altalene di verbi e crepuscoli di nuova saggezza,,,
Un caro abbraccio..
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..ed è sempre questione di tempo…
Un abbraccio a te🤗
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Che dilemma dottoressa🤦♀️
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ahahah facciamo che ci prima trova la risposta, prima dice agli altri 😀
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in genere la storia viene scritta dai vincitori, il nostro presente è assuefatto d’inutilità
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..inutilità data da vincitori che si autoproclamano tali..
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non proprio, viviamo un eterno presente senza storia, ritmato da bisogni corporali, pasti, sonno e in mezzo tante, troppe, parole inutili
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della nostra de-storificazione ho spesso parlato; è abbastanza evidente che la carenza di legami con la storia, il passato e la carenza di simbolizzazione ci sta facendo perdere anche quel minimo di possibilità di poter manipolare (anche solo concettualmente), l’incertezza. E’ lì che – a mio modestissimo parere- si stanno insinuando (neanche troppo silentemente) questi “capi autoproclamati” e il sopravvento di ciò che, come dici tu, sono i bisogno corporali e le parole inutili.
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sì, la fine de secolo breve ha decretato la fine della storia, e bla bla bla, ma tu la sera non ti senti stanca e ti accorgi di non avere fatto niente?
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su Hobsbawm non mi pronuncio.. sta cosa del secolo breve è trita e ritrita.. “non aver fatto niente?” Ad esser sincera no; non penso di essere immobile. Nel mio vivere nel presente ma con uno sguardo sul tempo più bello, il futuro, faccio quel che posso costruendo e non accettando a priori quel che mi viene detto. Le azioni che posso fare non le rendo palesi, ma ci sono modi e modi per cedere o meno ai “capi” o a quanto intorno ci viene mostrato 🙂
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dai,dimmi chi è il tuo pesher
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pusher, pardon
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eheheh ero già a scrivere del “pesher ebraico” 😀
comunque sai cosa.. mio padre ha fatto tanto in politica, io mai mi sono tirata indietro e alla fin fine.. nel vedere tutto nero e senza speranza non ci guadagno niente ma.. devo decidere io. La prima cosa che mi fa stare bene è non essere legata ai social e vivere delle mie idee e della mia libertà di scelta; scelgo io cosa pensare e a cosa dare peso e come strutturare le mie idee e il mio tempo. Vivo un tempo che non è legato, non con difficoltà ma mi guadagno tempo, spazio e visioni con il massimo della libertà (lavoro anche con la salute mentale) quindi forse.. il contatto con la “follia” apre anche tante vie di libertà del pensiero che neanche si immaginano. Personalmente sono serena nell’attesa di “quel che sarà”.. chiamami romantica, illusa o quel che vuoi.. ma il mio pusher è sempre e solo stato la mia mente in continuo movimento.
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