
Un giorno giravo tra i corridoi dell’Asl alla ricerca di un compagno di caffè. Qualche collega ne aveva bevuti già troppi.. qualcuno aveva la tisana fai da te portata da casa.. altri preferivano restare in studio..
Morale della favola: sono andata da sola a prendere il caffè.
Mentre sto scendendo la 4 rampe di scale vedo due ragazzi all’incirca di 17 anni parlare (il dialogo era in lingua napoletana, la traduzione è la seguente):
“Io Maria me la sposo.. frà! No dico.. ma l’hai vista? Non ci sto capendo più un cazzo.. Quella quando mi guarda si prende il cuore.. E’ una maledetta.. Tu dici che non è bella.. ma scherzi.. Qua o sei scemo tu o so scemo io”.
Caffè, quattro chiacchiere al volo con il ragazzo del bar, saluti, battute e si torna in studio.
La prossima visita è un caso nuovo.
Il ragazzo innamorato.
Felice è un ragazzo di 17 anni (sì, proprio quello che avevo visto in precedenza sulle scale). Ha chiesto di venire e procedere con degli incontri di consultazione perchè dice di non dormire la notte a causa di Maria.. una ragazza di 19 anni che gli ha rubato “il sonno e la fantasia”.
Una delle prime cose che colpisce di Felice è che sia stato capace di dare il nome ad un disagio; è stato lui a decidere di chiedere aiuto e agendo da piccolo uomo, è venuto insieme ad un amico presso il consultorio (ovviamente in quanto minorenne l’arrivo del ragazzo è stato preceduto da tutta una serie di procedure che però sono al momento irrilevanti).
Felice è il tipico ragazzo di oggi; curato e “tirato a lucido”. Appare sicuro di sé e gioca un po’ a fare il galletto della situazione.
Mi racconta di sé con una facilità allucinante; a differenza -infatti- di altri adolescenti che sembrano impenetrabili, Felice non mostra timore dell’altro. Si dice e ci dice senza filtri i suoi pensieri, evidenziando una capacità introspettiva notevole per l’età. Felice parla.. parla e parla ancora. Mi viene quasi il dubbio sul perchè sia da noi..
Racconta della palestra, della scuola, le partite di calcio e le canzoni.. Riporta in sostanza il racconto del tipico mondo/universo adolescenziale. Chiede se può fumare cacciando un po’ il petto fuori (postura riposizionata al rifiuto ottenuto).
Lasciato parlare come un fiume in piena, arriva per lui una risposta “Sono qui, quando vuoi, sono pronta ad ascoltarti ; sono pronta ad accogliere le tue parole”.
Felice fiume in piena straparlava senza dire nulla.
Felice, il galletto dalla rigida cresta assume adesso una postura chiusa, sembra quasi esser diventato un piccolo feto così chiuso su se stesso su quella sedia che sembra lontana – ora- anni luce.
Maria è una ragazza un po’ più grande di lui. Ha visto questa ragazza per caso un pomeriggio al parco e da quel momento è stato amore immediato (almeno per lui). Dopo un paio di giorni Felice ha tentato un approccio con cui è riuscito ad ottenere alcuni contatti da Maria. Da quel momento i due ragazzi cominciano a sentirsi sulle varie applicazioni notte e giorno diventando piuttosto intimi. Maria viene descritta quasi come una madonna.. Angelica e leggera (l’amico di Felice ha tutt’altra versione, invece) ma il nostro ragazzo così vede Maria e noi così la immaginiamo.
L’intimità raggiunta tra i due ragazzi viene descritta da Felice come un mondo parallelo, un universo di fiducia e di sensazioni belle; Felice ha quasi gli occhi lucidi quando mi dice che la buonanotte di Maria è il momento più bello della giornata “so che sono il suo ultimo pensiero, Dottorè!” .
(L’immagine di un ragazzino perso tra le strade della passione e dell’infatuazione del primo amore, è stata per me il corrispettivo dell’olio di mandorle solo che ad essere nutrito ed elasticizzato è stato il cuore e non la pelle).
I problemi sono nati nel momento in cui Maria è sparita. Di fatto ci viene detto che la loro non è mai stata una relazione; Maria era più grande e già donna (sembra, infatti, che la ragazza avesse sulle spalle diverse relazioni abusanti e una dinamica familiare piuttosto pesante. L’amico infatti di Felice sostiene che questa ragazza stesse solo giocando con Felice in quanto lui, essendo un bravo ragazzo, aveva preso a cuore la storia di questa donna che, invece, stava solo sfruttando la bontà dell’amico).
Felice ha quindi incominciato a non dormire aspettando questo messaggio della buonanotte che da settimane ormai non arriva più. Dice di aver perso interesse per la palestra (di cui era invece quasi dipendente); dice di non trovare più un senso alle cose (vicino alla maggiore età, il ragazzo aveva in programma di trasferirsi all’estero dopo la maturità).
Felice dice di avere dolore al cuore .. mi brucia in petto, Dottorè ..
Ciò che colpisce e viene evidenziato dai successivi incontri, è che Felice proviene da una famiglia fantasma. Il ragazzo vive in casa con la madre (i genitori sono divorziati da anni), in sostanza il ragazzo non ha mai vissuto il “clima affettivo” fatto dalla presenza familiare. Il ragazzo non sa cosa sia una cena tutti insieme a tavola la sera (mangia per lo più da solo). Dice che la casa è sempre vuota (la mamma ha un lavoro come manager e quando il figlio era piccolo, lo lasciava con la tata di turno). Cambiando spesso tata, Felice non ha potuto nemmeno legarsi ad una figura di accudimento di fiducia.
Il ragazzo ha pertanto dovuto imparare ben presto a accudirsi “psicologicamente” da solo.
Stremato da questa continua cura che ha dovuto concedersi, da solo negli anni, trova in una ragazza più grande la possibilità di essere contenuto e tenuto tra le braccia (in un incontro Felice racconta delle forme generose di Maria e della bellezza di essere tenuto stretto al caldo e vicino al cuore che batte).
La ricerca di un contenimento esterno, laddove nel corso della vita Felice ha vissuto un ambiente familiare piuttosto deprivante dal punto di vista affettivo, ha fatto crollare il ragazzo proprio nel momento in cui ha sperimentato – di nuovo- la paura del crollo (come dice Winnicott, infatti, la paura del crollo è probabilmente quella di un crollo già avvenuto nella vita del soggetto, un crollo già sperimentato; crollo a cui l’ambiente dovrebbe fornire contenimento).
Nelle settimane seguenti si è saputo che Maria si era trasferita fuori città forse con un altro uomo.
Felice che credeva nel per sempre, guardandomi un giorno ha detto che non aveva mai sentito così tanto dolore al cuore come in quel momento. Spesso infatti parlava di questi “pizzichi” che sentiva bruciare dentro. Devo dire che l’amico del nostro ragazzo si è dimostrato essere un ragazzo disponibile, maturo e accorto; si è infatti prestato come ponte di collegamento e supporto non indifferente ed anche lì.. Credo di aver visto uno degli esempi di amicizia adolescenziale più belli che mi siano capitati.
A suon di “scemo” M. è stato molto vicino al suo amico.
Felice un giorno ci ha guardati e ha detto
“Sono contento di aver conosciuto Maria e spero che lei sia felice ora. Non lo so perchè lei non mi ha voluto.. Non lo so se sono immaturo, piccolo.. se sono brutto, scemo o troppo intelligente. Non lo so perchè ci siamo incontrati; io però so una cosa. Lei a me mi ha visto, io invece l’ho guardata dentro.
Questo sarà il mio per sempre”.
“Finisce bene quel che comincia male”.
Dott.ssa Giusy Di Maio.
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Ecco, ha ravvivato i miei “pizzichi”, pur in situazione totalmente differente a cominciare dalle età in gioco
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Eh.. è stato un bel caso questo.. Mi ha fatto molto riflettere.. questo pizzichi penso appartengano un po’ a tutti.. ma lui -da adolescente- ha saputo trasformarli in energia vitale.
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tipico comportamento di un ragazzino della sua età….crescendo si renderà conto che la vita è di gran lunga diversa….
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Vista la capacità introspettiva (a questi livelli spesso manca anche negli adulti) sarà sicuramente un adulto migliore.
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Bellissima storia e finita con esito positivo visto con quanta maturità Felice ha accettato l’abbandono. Bravo, speriamo che la via lo gratifichi presto.
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Avendo avuto modo di conoscerlo per un po’ di mesi, posso dire che da adulto.. farà felice qualche donna. Ci sarà una Maria lì, solo per lui😊😊😊
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spesso quando leggo queste storie sentimentali corro con la mente a quegli anni, io non è che avessi proprio una ragazza in particolare, m’innamoravo di tutte le donne che vedevo, ero sempre contentissimo, ogni tipa era un potenziale incontro, infatti conoscevo a tutto spiano, anche 30 conoscenze al giorno, di cui poi non ricordavo nulla. Però ero contento, la gioia è sempre stata parte di me. Ad ogni modo questa storia col suo retro famigliare mi ha fatto riflettere, la mia era solo una serena divagazione serale… 😉😃
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Max!😂”mi innamoravo di tutte le donne “.. l’affidabilità in persone eh!😂😂😂😝
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no, ma infatti con gli anni mi sono chiesto come mai non trovassi mai nessuna donna, poi con l’arrivo della signora saggezza ho avuto un’illuminazione. Vuoi vedere che mi ritenevano scarsamente affidabile 🤣🤣🤣🤣 il top l’ho compreso durante una sera folle in disco, ero carico a mille, entro e comincio a conoscere tutte le presenti, al che mi sono giocato l’intera pista nonchè la serata, quando entra una tipa nuova, che era l’amica di una delle tante che avevo già conosciuto, si abbracciano e quando vedo che sto partendo per conoscere anche lei, l’amica le fa ” non dar retta a quello, ci ha già provato con tutta la disco. Figura di m al cubo, ho cercato di ballare, ma ormai la figura con mezza disco l’avevo già fatta. Però dopo quella sera ho cercato di darmi una regolata, ma giusto un poco, diciamo che mi ponevo dei limiti numerici. Poi, ti faccio ridere ancora un po’, dai ci sta alla sera, 🤣 è arrivata la serata in disco dove ho conosciuto la famosa ex. Comincio l’andazzo come sempre, fino a quando mi fermo quasi demotivato, al che si avvicina la tipa in questione, alla quale avevo tacchinato l’amica, comincia a parlarmi e vedo che è interessata. Non perdo tempo, la cosa va in porto subito, però noto che è un po’ strana, parla come un robot, spesso fissa il vuoto, penso avrà bevuto qualche bicchiere di troppo, la vedo il giorno dopo, stessa storia, al che penso, vuoi vedere che è il prodotto di un cyborg. Comincio a farla ridere di brutto, alla fine non so fra i due chi ridesse di più, perché per imitarla facevo il robot anch’io, mi muovevo a scatti dicendo ” questa volta decido io, ricevuto ordini” insomma una scena teatrale che manco Totò ai tempi avrebbe fatto. Siamo stati insieme due anni……
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😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂 beh da donna direi che uno che ci prova con mezzo (e più locale) sì.. non è il massimo .. caro robottino!🤖😅🤣🤣🤣🤣
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all’epoca diciamo che puntavo sulla simpatia, e facevo ridere di brutto, ne avrei tante di storie da raccontare che altro che libri!! 😂 Te ne racconto giusto un’altra veloce, poi basta, fra i tanti lavori che ho fatto in passato avevo fatto anche quello del venditore di enciclopedie, hai presente quei banchetti che mettevano in mezzo alla strada un tempo, quello. Quando mi presentai ai colloqui il capo della società mi vide così socievole che in un attimo mi mise a fare il caposquadra. Avevo da gestire lavorando anch’io un gruppo di 6 ragazze. Non ti dico quanto ridere in quei giorni. Inutile dire che io fermavo solo donne, la parte maschile la lasciavo a loro, un giorno parto dietro a una, non mi vedono più, andavo col libro sotto il braccio a spasso per la città. Quanto ridere, non ho mai riso tanto come in quei giorni. Durò poco, ma il divertimento fu a mille.
Poi negli anni sono cambiato completamente, ora sono saggio, viaggio in solitaria e di solito ascolto musica, della serie zero rapporti, forse in passato ho già fatto troppo, però sono sempre felice, e ti posso assicurare che m’invidiano tutti, non capiscono qual’è il mio trucco. Forse semplicemente quello di godermi la vita attimo per attimo, senza porsi nessun obiettivo, è la miglior cosa…😉
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E sulla conclusione applausi, Max😊 sulla storia sto ancora ridendo 🤣 per il Max “maniacale”🤣🤣 cavolo se ti sei divertito!
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