La musica risolve sempre tutto.
Di quelle forme sinuose ricordava i contorni morbidi e geometrici a forma di “otto”; violoncello su cui muovere e strusciare sapientemente le mani, in attesa di trovare l’accordo perfetto.
Le dissonanze erano ormai svanite e il desiderio scorreva libero come l’archetto che conosceva e usava a memoria; anche il suo corpo era ormai memoria, corde.. percorso conosciuto su cui aprire e giocare con la fantasia.
Del legno aveva il colore brillante della pelle: viva e lucida trasparenza su cui fantasticare.
Si vedeva attraverso di lei.. attraverso tutte le combinazioni che sapeva assumere; il suo umore sapeva mutare. Suono prodotto da un corpo vibrante , mai puro, ma costituito da più suoni differenziati tra loro per intensità e frequenza.
Era come un suono fondamentale.
Fondamentale per lui.
Essenza da abbracciare e tenere stretta tra le gambe.
Corpo a corpo.
Pelle a pelle.
Battito a battito.
“Finisce bene quel che comincia male”.
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