Ondeggiare la leggera gonna – al vento- diventando marea calma e serena..
Sabbia rovente che brucia, arde il cuore, stimola la fantasia..
Flamenco in lontananza, sapiente gioco di seduzione.. piedi che battono il ritmo; scansione del desiderio.. Mani che girano su se stesse.. ipnotica ricerca di contatto: sirena incantatrice..
Schiena flessibile.. malizioso gioco di desiderio rubato.. sguardi furtivi
Cantava Pino Daniele. Il mare per me è sempre stato fondamentale. Non potrei concepire un mondo che non sia circondato da una distesa d’acqua; tutte le città che preferiscono hanno qualcosa in comune con l’acqua.. che sia il più ampio mare o un fiume che le attraversa: senza acqua non so stare.
Riflettevo mentre asciugavo i capelli, su quanto mare ci sia spesso stato tra me e le persone. Il mare connette, rende possibile l’unione e separa.
II mare fa viaggiare.. fa andare in vacanza.. è pieno di sogni e possibilità: sa di enigma pertanto di infinito.
L’acqua trova sempre un modo.. scorre anche se viene bloccata.. mal che vada crea un ingorgo e trovata la via di sfogo, cede alla sua irruenza.
Il mare sa essere sereno e pacifico.. beato.. quieto..
Il mare sa essere aggressivo e impetuoso; sa assumere mille sfumature dello stesso colore di base. Il mare sa chi è.
Tanto mare mi ha spesso diviso dalle persone; tanto mare ha saputo connettermi alle persone. Migliaia di onde e pensieri si sono fusi e confusi nel marasma della schiuma cerebrale che mi porto dietro.
Il mare manca anche se è lì e ti guarda..
Il suono delle onde, resta per me, il più bello mai ascoltato.. prima di lui.. solo un altro suono…