Ore ed ore a studiare per “affinare” l’orecchio con dettati melodici senza fine.. Ascolta le note, la melodia e trascrivila sul pentagramma: e se non hai un buon orecchio?
Con l’orecchio assoluto ci nasci oppure si tratta di una “capacità” che puoi “imparare”?
Uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience suggerisce che il cervello delle persone con orecchio assoluto (che sono in realtà poche e maggiormente presenti tra i musicisti professionisti), presenta una forte connessione funzionale tra due regioni che sono la corteccia uditiva e il lobo frontale dorsale.
I ricercatori hanno eseguito lo studio misurando con elettroencefalografia il cervello a riposo di un gruppo di musicisti con e senza orecchio assoluto.
Nei musicisti con orecchio assoluto vi è una forte sincronizzazione tra le zone della corteccia uditiva (responsabile delle funzioni percettive) e quelle della corteccia prefrontale dorsolaterale (coinvolta in apprendimento e memoria) suggerendo scambio di informazioni tra le due aree.
Nessuna di queste correlazioni è stata evidenziata nei musicisti privi di orecchio assoluto.
Lo studio ha mostrato che chi ha questo talento, processa i suoni come le parole assegnando i suoni stessi a specifiche categorie associandoli inoltre anche a informazioni contenute nella memoria coinvolgendo due regioni cerebrali insieme.
Un talento (e funzionamento cerebrale) che – in sostanza- si ha già dalla nascita e che può essere sviluppato esponendo precocemente il bambino ai suoni (nascendo già predisposti ai suoni stessi). Sembra inoltre che tra gli asiatici vi siano più persone con orecchio assoluto in quanto nella loro lingua madre (cinese, mandarino e giapponese) il significato delle parole è strettamente connesso all’intonazione con cui esse si pronunciano.
(Un pò di musica e ricordi…)
“Finisce bene quel che comincia male”.
Dott.ssa Giusy Di Maio.