
-Aspetta!
-Che c’è?
-Non lo so!
-Che cosa vuoi?!
-Aspetta! Aspetta! Voglio soltanto che aspetti ..un po’.
-..Va bene.
-Davvero?
-Io non sono sono un’idea, Joel, ma una ragazza incasinata che cerca la sua pace mentale, non sono perfetta.
-Non riesco a vedere niente che non mi piaccia in te, ora non ci riesco.
-Ma lo vedrai, ma lo vedrai! certo col tempo lo vedrai, e io invece mi annoierò con te, mi sentirò in trappola perché è cosi che mi succede!
-Okay.
-Okay? …Okay?
-Okay.
Il dialogo (finale) che avviene tra Joel e Clementine. Il film è “Eternal Sunshine of the Spotless Mind“.
Un “Okay” che riempie lo spazio di una relazione non ancora avvenuta (in realtà sì, ma bisogna vedere il film)..
Un Okay che risuona e crea una eco silenziosamente rumorosa e prepotente; eco che diventa una scossa viva (che potrebbe bruciare), a cui attaccarsi, nella speranza che un amore, possa essere.
“Okay”.. che importa se andrà a finire male..
Un pianto accennato e la risata che prende il sopravvento spianando le rughe e le occhiaie che hanno accompagnato degli occhi stanchi e persi tra i pensieri del ricordo.. desiderosi invece: di viver(si).
“Finisce bene quel che comincia male”.
Dott.ssa Giusy Di Maio.