” E’ patologica la comunicazione di una famiglia perché uno dei suoi membri è psicotico, o uno dei suoi membri è psicotico perché la comunicazione è patologica?”
“L’incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche; se c’è una qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati”.
Carl Gustav Jung
La chimica è definita anche “scienza centrale” perchè connette le altre scienze naturali (astronomia, fisica, biologia, geologia e così via).
Quando avviene una reazione e ci sentiamo connessi con qualcuno, questo diventa in un certo senso il nostro “centro”: punto interno equidistante dal resto del nostro essere.
“Se davvero la sofferenza impartisse lezioni, il mondo sarebbe popolato da soli saggi e invece, il dolore non ha niente da insegnare a chi non trova il coraggio e la forza di starlo ad ascoltare”.
S., Freud.
Quanto siamo realmente consapevoli di quel che stiamo sentendo? Il nostro è vero ascolto “nei nostri confronti”?
Il “punto di valore” – punctum additionis, punto di addizione in uso nel XIV- consiste in un punto che, messo a destra di una figura (nota o pausa), ne indica un aumento proporzionale di valore. Esso può essere semplice “.”, doppio “..”, o triplo “…” portando ad un aumento:
nel primo caso di metà del valore della figura di partenza
il secondo punto “..” aumenta la metà del valore aumentato dal primo
il terzo “…” la metà del valore aumentato dal secondo
Il punto di valore mostra un “punto” molto importante dei rapporti umani. Avvicinare e avvicinarsi alle persone crea una circolarità in cui la relazione, il proprio mondo interno e “chi io sono” aumenta, si raddoppia, triplica.. e così via.
Siamo tanti puntini bisognosi di avvicinarci e sostenerci; puntini dotati ognuno del proprio valore; esistenze calate nella grafia che è il nostro corpo, suoni in accordo o in disaccordo ma pur sempre piccole note sparse nell’attesa di trovare il punto giusto da tenere al proprio fianco.
Quella di cui senti ogni singolo soffio d’aria entrare nel corpo e girare in maniera vorticosa, nel suo interno.
Aria che senza tregua bacia i denti per farsi spazio tra le fessure..
Piccoli soffi caldo umidi di vento della Siria che accarezzano piano piano i solchi naso labiali; minuscole nuvolette d’aria che una volta entrate nelle guance, si perdono nell’acqua del loro interno e scosse, imbibite dal loro succo, ne restituiscono il piacere del riso.
Credersi, raccontarsi, regalare piccole quote di sè condensate in quelle anime ridenti.
Fu brio, profumo di primi fiori primaverili, primo vento caldo d’estate.
Passione e desiderio della speranza.
Clessidra del bisogno conteggiata granello per granello.. trasportato poi via, col vento.. quello che si accumula e va spazzato per essere eliminato.
Il sorriso, la risata piena.
Essenza d’anima ceduta in luogo della parola, delle sensazioni.